ope

I MILLE COLORI DI NIK SPATARI – Uno degli Artisti più originali e innovatori contemporanei
L’opera completa di Nik  Spatari, una consistente mole di lavori, dagli anni quaranta del secolo scorso fino ai giorni nostri, che dimostra la straordinaria attività di una delle personalità artistiche contemporanee più importanti a livello internazionale, in grado di coniugare insieme novità e qualità, sperimentazione ed esperienza.
Un uomo che ha dedicato la vita all’arte, praticando innovazione, coraggio, originalità, Nik Spatari si esprime attraverso la sua arte, ma soprattutto vuole dialogare, trasmettere e condividere nuove frontiere di tecnica, materia, forma e colore.
La storia di Spatari potrebbe sembrare una moderna fiaba: la storia di un uomo del Sud appassionato di arte e di cultura che ha deciso di fare della devozione alla Bellezza lo spirito della sua stessa esistenza.
Il percorso espositivo illustra l’andamento della riflessione artistica di Spatari e il suo procedere per cicli successivi di

lavoro, a partire dalla sua infanzia e crescita in Calabria a cavallo della seconda guerra mondiale, i lunghi soggiorni a Parigi e i viaggi in Europa e USA, danno vita a un vocabolario costantemente in divenire.
Un grande laboratorio di ideogrammi ed emblemi archetipici, di simbologie e associazioni ardite,  che dalla fine degli anni 40 costituisce la cifra della sua poetica.

Nik Spatari incentra il proprio lavoro sulla citazione di elementi iconografici del Mediterraneo sottoposti a variazioni e innesti della cultura contemporanea. Oriente e Occidente, Nord e Sud del mondo, civiltà antiche e pensiero moderno si mescolano e si confondo nelle sue opere, all’interno di una ricerca che molto condivide con la storia e l’identità culturale stessa della Calabria, terra  composita di conquiste e invasioni e di incontro e confronto tra popoli e civiltà diversi per provenienza, etnia, tradizioni e religione.

 


Percorso artistico dell’artista

Nik Spatari nasce a Mammola nel 1929. E’ un artista con una formazione varia e poco convenzionale, ha lavorato su molti tipi di supporto pittorico, con le tecniche più diverse. Da piccolissimo dimostra uno straordinario talento per il disegno e la pittura, ma perde progressivamente l’uso della parola e dell’udito, il che non gli consente di poter frequentare le scuole. Così impara a concentrarsi quasi esclusivamente su forme visuali ed espressione autodidattica.
A Reggio Calabria, dove l’artista stringe un particolare rapporto con il mare, frequenta le prime classi elementari. In seguito allo scoppio della guerra del 1940, per via dello spostamento d’aria di una bomba sganciata dagli aerei anglo-americani, perde completamente l‘udito. E’ un instancabile autodidatta, un ragazzino che dipinge sui muri delle case distrutte dalle bombe della guerra mondiale usando una miscela rudimentale di pigmenti e tuorlo d’uovo.

 

 


Il padre, maresciallo nell’arma dei carabinieri, comprende il talento del figlio e lo asseconda; durante le sue uscite per i paesi e tra le balze impervie aspromontane, Roccaforte, Roghudi, Africo Vecchio, Bova, Majerà, San Luca (il paese di Corrado Alvaro), Polsi, Grotteria, dove la gente vive isolata e lontana dal mondo e dove, nel periodo immediatamente successivo alla fine della guerra, in un clima di conflitto sociale si arriva a scontri, sul terreno restano anche i morti; il figlio lo segue armato di pennelli e colori.
Dietro di sé lascia murales pieni di vita, lampi di ottimismo in contrade intristite da guerra e povertà. A sette anni vince il primo premio di disegno del Corriere dei Piccoli, a undici il primo premio al Concorso Internazionale “Alleanza d’Acciaio”. Fa le prime esperienze con la pittura a olio su faesite e compensato.