Spatari realizzò l’opera per utilizzarla quale “struttura portante” della pergola di uva fragola presso l’ex casello ferroviario Calabro Lucano Santa Barbara.
Tecnica: calcestruzzo dipinto
Misure: alt.6 x 2 x 2 metri
L’opera più imponente del Parco con il tempo è diventata l’emblema del MuSaBa. Esprime varie forme oggettive che si elevano all’infinito: “raggi solari”, “veliero”, “cattedrale”. L’opera troneggia dall’alto della rupe Santa Barbara ed è visibile in tutta la vallata. Il lavoro venne eseguita con l’aiuto dei studenti locali.
Tecnica: calcestruzzo dipinto
Misure: 7 x 10 x 2,50 metri
Smantellata nel 2000 a causa di deterioramento, è stata una delle più apprezzate opere nel contesto ambientale del Parco per oltre 15 anni. È stata progettata e realizzata da Spatari per uno dei Meeting scolastici internazionali in qualità di opera “abitabile”, con l’entrata da parte della coda e l’uscita dalla bocca. Venne visitata da migliaia di entusiasti ragazzi.
Tecnica: legno di castagno
Misure: 30 x 4.50 x 3 metri
Il “Punk”, ricavato dal tronco di un olivo gigante e completato con pietre,
si trova in alto sulla scalinata che porta al “Camaleonte”.
Tecnica: legno di olivo e pietra
Misure: 3.30 x 1.20 metri
Tecnica:
calcestruzzo per la struttura e riempimento con
bottiglie di vetro colorato.
Nell’estate del 2001 hanno avuto inizio i lavori del progetto SaBaLizards (Lucertole a Santa Barbara). Il progetto pluriennale prevede una serie di sculture-strutture e di grandi dipinti-murales ispirati alle lucertole progettate da artisti internazionali. La prima grande struttura è un progetto di Spatari/Maas: una gigantesca lucertola di Spatari rivestita in mosaico.
Tecnica: ferro, calcestruzzo dipinto, pietre, legno, vetro, pietrine di mare, cocce in terracotta, ceramica, specchi.
Misure: 10 x 3.50 x 1.20 metri
Al centro del chiostro della Foresteria, Spatari ha creato una scultura in ferro alta 15 m, una gigantesca figura di uomo allampanato che svetta verso il cielo gli spazi siderali, soprannominato “L’Ombra della Sera”. Riferendosi così ad un famoso bronzetto etrusco del 200 a.C. che ritrae un africano proprio come l’Ombra della Sera. Dallo stesso bronzetto anche Giacometti ha attinto alla simbiosi di tutta la sua personale opera scultorea.
Con quest’opera Spatari vuole onorare il ricordo della civiltà etrusca. È storicamente risaputo che gli Etruschi, i loro antenati villanoviani prima, sono stati di casa in Calabria anche durante il periodo aureo dei splendidi fasti della Locride, Medma, Hipponion, Kaulon. Lo conferma persino gli esperti dell’archeologia-architettura internazionale in quanto attribuiscono agli Etruschi il progetto dei tetti nei templi e i frontoni con i cavalli e Dioscuri della Locride. Identici cavalli dominano i frontoni dei templi della città etrusco-romana di Tarquinia.
Tecnica: calcestruzzo per la struttura e rivestimento con ceramiche colorate